Ed e’ proprio in quel preciso istante,in cui il mio spirito sente il bisogno di una necessaria astrazione…
da tutto quello,che tende a soffocare la mia essenza.
Ed e’ come cio’ che accade ad una fenice,quando si sente di morire…per poi rinascere.
La mia anima si perde,per poi ritrovarsi,danzando sulle terzine di un “valzer campestre”.
Spesso accade che una prolungata siccita’ mi doni la possibilita’
di ricercare l’apparentemente insignificante,il solitamente inosservato.
Allora,e’ una vera caccia al tesoro;quello piu’ nascosto:
una ricerca che mi rivela l’esistenza di microcosmi meravigliosi.
Il mio ruolo diventa subito un elevarmi lieve,a coincidere perfettamente con quell’attimo di astrazione…
ed e’ proprio in quel preciso istante,in cui il mio dito indice e’ la mia bacchetta magica;
mentre il mio occhio guarda cio’ che vede,fuori e dentro di me;
mentre il mio spirito rinasce…
anche l’apparentemente insignificante,se per necessita’ osservato attentamente,
puo’ rivelare al mio occhio ed al mio cuore forme magiche e quindi meravigliose.
La mia bacchetta magica deve cercare di raccontare quel momento a chi vorra’ guardarlo,
rivivendolo magari con me.
Durante quegli attimi di astrazione,che mi sono cosi necessari,il mio massimo piacere diventa:
riuscire a dare un significato,una dignita’ e soprattutto una bellezza artistica…
anche all’apparentemente insignificante.
E come accade per la fenice…in questo senso,la mia ricerca e’in continuo movimento.
Forse e’ per via del mio spirito…che ogni volta muore;
ma che,in questo modo,puntualmente si rigenera e rinasce.